Grotta Sant’Angelo (PALOMBARO) – AURELIEN MAUPLOT

L’EREMO

A circa 750 m s.l.m., Il riparo ha un ingresso largo circa 35 metri ed è parzialmente chiuso all’interno da una formazione rocciosa. Ad una parete si appoggiano i resti della chiesa, costruita probabilmente tra XI e XII secolo, come attesta il sistema decorativo architettonico assimilabile a quello presente in S. Liberatore a Maiella.

Attualmente l’edificio è totalmente spoglio, ma le testimonianze ricordano che fino agli anni Trenta era presente un altare e due nicchie con statuine di santi. Nella parete della grotta antistante la chiesa e su di uno sperone posto all’ingresso dell’androne, sono scavate quattro vasche di raccolta dell’acqua. La chiesa sarebbe sorta dove un tempo si trovava un tempio dedicato a Bona, dea della fertilità. Le donne vi si recavano e bagnavano le mammelle con l’acqua della grotta al fine di favorire l’abbondanza di latte, in epoca cristiana questo culto fu sostituito con quello di S. Agata, patrona delle puerpere; in seguito la titolazione a S. Agata fu sostituita con quella a S. Angelo.

L’ARTISTA

Aurelien Mauplot è nato Vincennes (Ile-de-France, France) nel 1983. Le sue opere, composte da collage e fotografie, si basano sull’idea di frammentato e serialità che, attraverso l’astrazione, relativizzano la volontà di conquista dell’uomo. Ha esposto in varie occasioni in Francia e Italia e collabora da anni con l’associazione Appelboom – La Pommerie (Saint Setiers – FR), centro di residenze d’artista nell’entroterra francese che ospita progetti interdisciplinari e linguaggi eterogenei.

L’OPERA

Pietra vegetale, 2016

Carbone, legno, stampe vegetali, Dimensioni varie

Il progetto prevede di colorare con il carbone la pietra di fronte alle rovine della chiesa. Inoltre, Mauplot ha scelto di riempire anche il bacino a lato dell’ingresso, con acqua annerita dal carbone.

L’uso del carbone è legato sia alla tradizione locale delle carbonaie, sia – più in generale – a riflessioni sul tema della storia, del contrasto tra Natura e Cultura, sullo scorrere del tempo, sulla relatività di ogni dogmatismo.

Questi concetti sono amplificati dal contrasto fra il bianco della pietra e il nero opaco del carbone. Infatti, così come il buio specchio d’acqua non riflette le immagini, noi non siamo in grado di vedere il passato. E quello che oggi è bianco potrebbe diventare, nel futuro, nero.

INFO e CONTATTI

come raggiungere l’eremo:

Da Palombaro ci si dirige verso la frazione Confini per prendere una ripida stradina che sale verso la montagna. Si prosegue seguendo i cartelli fino all’arrivo nell’area pic-nic, dove si deve parcheggiare. Proseguire poi, per 5 minuti, nel sentiero che attraversa il sentiero, si giunge facilmente all’eremo.

orari:

sempre visitabile