L’EREMO
All’interno della Riserva naturale Zompo lo schioppo, a 1.173 m s.l.m., la chiesetta, in pietra grezza, comprende la cappella nella parte alta, ed al di sotto una cripta con scopo abitativo. Un arco a tutto sesto sostiene la piccola balconata di ingresso alla chiesa. L’interno (m. 7.50 x m. 4) ha la volta a botte in pietra, con un solo altare; sulla parete di fondo sono visibili degli affreschi. La prima notizia storica di questo luogo di culto è datata 1174. Comunque la vita del cenobio dovette concludersi prima del secolo XV, visto che il Febonio, ai suoi tempi (1678), descrivendo il luogo non vedeva che solitudine e rovina.
L’ARTISTA
Elena Mazzi nasce nel 1984 a Reggio Emilia. Ha studiato Storia dell’Arte presso l’Università di Siena. Nel 2011 si è laureata in Arti Visive presso lo IUAV di Venezia. Ha trascorso un periodo di studi all’estero presso la Royal Academy of Art (Konsthogskolan) di Stoccolma. Ha partecipato a diverse mostre collettive e personali in Italia e all’estero. Dal 2011 partecipa a diversi programmi di residenza tra cui Botkyrka AIR a Stoccolma, Dolomiti contemporanee, Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, Guilmi Art project, HIAP a Helsinki. E’ finalista del Premio Celeste, Premio Fabbri, Premio Meru, Premio Termoli. Nel 2015 è invitata a partecipare alla 14° Biennale di Istanbul, vincendo il premio Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, e alla 14° Biennale del Mediterraneo e sempre nello stesso anno è assistente e performer per l’artista Joan Jonas. Nel 2016 è invitata alla 16°Quadriennale di Roma, vince il premio Illy cafè per una residenza presso Fondazione Pistoletto e riceve una menzione d’onore per il premio ‘Arte, Patrimonio e Diritti Umani’ dall’associazione Connecting Cultures. Vive e lavora a Venezia.
L’OPERA
Intra parietes meos, 2009
1. Radio
2. Solo voce
3. Solo voice – eng
Per il progetto EREMI Elena Mazzi ha deciso di riproporre un suo lavoro del 2009 nato dalla sua personale esperienza del terremoto avvenuto nell’aquilano sette anni fa. La pertinenza non è solo territoriale ma anche tematica e concettuale. La storia di Morino è legata, infatti, ad un altro terremoto, quello della Marsica del 1915, mentre il senso di attesa, che caratterizza il lungo percorso di avvicinamento all’eremo (sia da un punto di vista fisico che spirituale), ricorda quello provato dall’artista la notte del sisma. Elena Mazzi così spiega il lavoro: “l’opera sonora si articola in due parti: Solo voice, un testo da me scritto durante quelle notti, incentrato sulla tematica dell’attesa, e della sua totale demistificazione di significato positivo assunto in quelle particolari circostanze; e Radio, un montaggio di trasmissioni radiofoniche focalizzate anch’esse sul tema dell’attesa, analizzata da un altro punto di vista, quello dei media, che se ne servono ampiamente al fine di creare audience. La notte del 6 aprile molti aquilani hanno acceso la radio per cercare di capire la reale situazione, invano.”
Due tracce audio compongono dunque il lavoro per la Madonna del Cauto: una contrapposizione tra intimità e vita terrena che ripercorre, in qualche modo, lo stesso conflitto che stava alla base della scelta eremitica.
INFO e CONTATTI
come raggiungere l’eremo:
Una parte dell’opera è visibile presso la sede della Riserva Naturale Zompo lo Schioppo a Morino, in via delle Ferriere 10 (tel. 0863 978809). È possibile invece ritirare gli auricolare per ascoltare le tracce audio nel biglietteria – punto informativo della riserva (Lun-sab 9:30 17:30 dom 8:30 – 17:30 fino all’11 settembre), lasciando un documento.
Con un fuoristrada è possibile raggiungere l’Eremo passando per Grancia, frazione di Morino. Da lì si prende una strada bianca che sale per diversi chilometri fino al rifugio della Liscia. Poi si prosegue nel bosco fino ad un ampio piazzale dal quale si raggiunge l’Eremo in 15 minuti. Diversamente si parte, con un percorso di circa 1 ora, dall’Area di sosta Piazzale lo Schioppo.
orari: L’Eremo è sempre visitabile, il Centro Visite-Ecomuseo adotta i seguenti orari: dal martedì a domenica 9,30 – 12,30.