L’EREMO
A circa 750 m s.l.m., il riparo ha un ingresso largo circa 35 metri ed è parzialmente chiuso all’interno da una formazione rocciosa. Ad una parete si appoggiano i resti della chiesa, costruita probabilmente tra XI e XII secolo, come attesta il sistema decorativo architettonico assimilabile a quello presente in S. Liberatore a Maiella.
Attualmente l’edificio è totalmente spoglio, ma le testimonianze ricordano che fino agli anni Trenta era presente un altare e due nicchie con statuine di santi. Nella parete della grotta antistante la chiesa e su di uno sperone posto all’ingresso dell’androne, sono scavate quattro vasche di raccolta dell’acqua. La chiesa sarebbe sorta dove un tempo si trovava un tempio dedicato a Bona, dea della fertilità. Le donne vi si recavano e bagnavano le mammelle con l’acqua della grotta al fine di favorire l’abbondanza di latte, in epoca cristiana questo culto fu sostituito con quello di S. Agata, patrona delle puerpere; in seguito la titolazione a S. Agata fu
sostituita con quella a S. Angelo.
L’ARTISTA
Bianco-Valente (Giovanna Bianco e Pino Valente) iniziano il loro progetto artistico nel 1994 indagando dal punto di vista scientifico e filosofico la dualità corpo-mente. Ciò ha comportato approfondimenti sull’evoluzione biologica e le interazioni fra le diverse specie viventi. A questi studi è seguita un’evoluzione progettuale che mira a rendere visibili i nessi interpersonali. Esempi sono le installazioni che hanno interessato vari edifici storici, a cui hanno fatto seguito molti altri lavori incentrati sulla relazione fra persone, eventi e
luoghi.
Sin dai loro esordi Bianco-Valente hanno partecipato a numerose mostre personali e collettive, in Italia e all’estero, ed eseguito interventi installativi per importanti istituzioni museali e spazi pubblici come: Museo MAXXI (Roma), MACBA (Barcellona), Museo Madre (Napoli), Fabbrica 798 (Pechino), Palazzo Strozzi (Firenze), Triennale di Milano, Urban Planning Exhibition, Center (Shanghai), Museo Reina Sofia (Madrid), Palazzo delle Esposizioni (Roma), Museo Pecci (Prato), Kunsthaus di Amburgo, NCCA – National Centre for Contemporary Arts (Mosca). Hanno realizzato progetti site specific anche in Libano (Becharre), in Marocco (Marrakech), New York (ISP 2014 Whitney Museum a The Kitchen), Rio de
Janeiro (Casa Italia – Rio 2016).
L’OPERA
C’è una luce che non si spegne mai, 2017
Lampada ad olio realizzata in pietra grigia di Latronico, cm 16x20x40
Per l’eremo di Palombaro Bianco-Valente hanno realizzato una lampada in pietra che fa riferimento da un lato al sistema di illuminazione pubblica delle città italiane (un tempo legato esclusivamente alle edicole sacre poste sulle facciate dei palazzi), dall’altro a una lettura simbolica, per certi versi affine alla lanterna di Diogene. Come hanno loro stessi dichiarato: “Nel tentativo di dare una risposta a […] domande esistenziali, sono nate le religioni, si è sviluppata la filosofia e alcuni individui hanno sentito, e sentono ancora, il bisogno di isolarsi dalla mondanità, dal quotidiano, per donare a se stessi e all’umanità il tempo, la meditazione, la preghiera. Ci sarà sempre una luce accesa finché l’uomo continuerà a porsi domande sul mistero della vita.”
INFO E CONTATTI
Da Palombaro ci si dirige verso la frazione Confini per prendere una ripida stradina che sale verso la montagna. Si prosegue seguendo i cartelli fino all’arrivo nell’area pic-nic, dove si deve parcheggiare. Proseguire poi, per 5 minuti, nel sentiero che attraversa il bosco, si giunge facilmente all’eremo.
orari:
sito sempre accessibile