L’EREMO
Santo Spirito a Maiella, fondato da fra Pietro del Morrone nel quinto decennio del XIII secolo, è un articolato complesso di edifici addossati ad una parete rocciosa. La parte bassa comprende la chiesa, la sagrestia ed un settore abitativo. La chiesa, fatta ricostruire alla fine del Cinquecento (dal 1275 al 1293 è la “casa madre” dell’Ordine di S. Spirito della Maiella, poi Ordine dei Celestini), presenta una navata unica suddivisa in quattro campate con altari laterali. Al di sotto della chiesa si trova il nucleo più antico, l’eremo, costituito dalla stanza del Crocifisso, dove secondo la tradizione fra Pietro era solito pregare, e dal giaciglio dell’eremita. Al di sotto del settore abitativo cinquecentesco vi sono cinque piccoli vani, le cellette dei primi compagni di Pietro. La seconda zona è formata da ciò che resta del monastero cinquecentesco, con locali di servizio al pianterreno (cucina, dispensa, forno, ecc.) e camere ai piani superiori. La terza e ultima parte è costituita dalla foresteria, detta anche Casa del Principe, realizzata nella seconda metà del Seicento per volontà di Marino IV Caracciolo. Quasi di fronte ad essa è posta la Scala Santa che conduce all’oratorio della Maddalena. Soppresso l’Ordine dei Celestini nel 1807, il monastero di S. Spirito viene definitivamente abbandonato.
L’ARTISTA
William Basinski (Houston, 1958) è musicista e compositore d’avanguardia di base a New York, noto per la sua serie degli album intitolati The Disintegration Loops, ottenuti mettendo in decadimento musica precedentemente registrata dal compositore. Basinski è anche clarinettista, sassofonista, sound e video artista. Nato artisticamente nella New York underground a cavallo tra ’70 e ’80, dove le parole chiave erano no wave, CBGB e Paradise Garage, Basinski ha iniziato a intrecciare la lezione minimalista di Steve Reich & co. con un’ambient ultra dilatata, morbosa e nostalgica, che diventerà il suo marchio di fabbrica e gli permetterà di collaborare nel decennio successivo con Diamanda Galas, l’allora sconosciuto Antony Hegarty e altri artisti off della Grande Mela.
Aldo Grazzi (Pomponesco, Mantova, 1954), docente di Pittura e di Tecniche Extramediali presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, inizia il suo percorso verso la fine degli anni Settanta; in questa fase elabora un approccio alla concettualità che si declina in varie forme (fotografia, performance, ecc..). Dalla metà degli anni ottanta si impegna come musicista nella scena alternativa italiana intessendo relazioni con le arti visive. Durante gli anni Novanta è partecipe del clima bolognese legato alla Galleria Neon. Progressivamente Grazzi avverte la necessità di sviluppare il suo percorso concentrandosi esclusivamente sul proprio fare estetico, appartandosi rispetto al clima di condivisione precedente. Giunge così ad elaborare una gestualità del fare resa esercizio virtuoso, complesso e totalizzante.
L’OPERA
Basinski:
Vivian & Ondine, 2009
CD Audio, 45’10”
Grazzi:
Ruota e rifletti, 1999, Rete ritagliata, 12 pezzi, cm 120 x 170 cad.; I fiorellini di Carla, 2008 2009, Perline a telaio, Misure variabili; Girevole rosso, 2006, Perline a telaio, acciaio, cm 65 x 9; Girevole giallo, 2006, Perline a telaio, acciaio, cm 35 x 9;Girevole rosso blu, 2005, Perline a telaio, acciaio cm 50 x 9; Girevole verde, 2006, Perline a telaio, acciaio cm 46 x 9; Preghiere, 2000-2003, Rete ritagliata, misure variabili; Giardino d’inverno, 2014-2015, Gesso e colla; Tobiolo e l’Angelo, 2013, Gesso e colla; Pieno equilibrio (1), 2004, Rete ritagliata, cm 80 x 320; Pieno equilibrio (2), 2004 Rete ritagliata, cm 80 x 320
Il tratto comune a tutte queste opere consiste nella delicatezza dello sguardo di Aldo Grazzi. Ogni suo intervento, dalle grandi reti intagliate alle preziose e precarie sculture sotto vetro, reca in sé lo stigma della caducità. Il senso dell’effimero, tipico dell’esistenza umana, però, è trattato con estremo pudore.
Soggetti sacri, tragedie personali, riflessioni cosmiche, nelle opere di Grazzi tutto s’incontra sul piano della pulizia formale e della sobrietà emotiva. Il percorso di Grazzi evita l’enfasi e la retorica con cui l’arte ha sempre guardato ai massimi sistemi, ai temi “ultimi”. Sembra invece scegliere l’epifania laica, la consapevolezza di una vitalità limitata, che trova proprio nella brevità il suo struggente, irresistibile fascino.
Courtesy Galleria Caterina Tognon, Venezia
INFO e CONTATTI
come raggiungere l’eremo:
Dal centro del paese le indicazioni per S. Spirito sono sempre ben visibili. Proseguire per diversi chilometri.
orari:
- mar – dom 10:00 18:00 (fino all’11 settembre);
- sab – domenica 10:00 18:00 (dal 12 al 30 settembre);
- sab – dom 10:00 17:00 (fino al 31 ottobre)